martedì 2 agosto 2011

Siamo soli

31 anni.
Il silenzio colpevole della classe politica che probabilmente sapeva già il 2 agosto del 1980 e non ha mai parlato: per le cause si va dalla caldaia esplosa sostenuta dal governo di allora (presieduto da Cossiga, ricordate Gladio?) agli infiniti depistaggi da parte dei governi e degli organi che avrebbero dovuto garantire la sicurezza dei cittadini, dal SISMI al sottufficiale dei carabinieri che va a mettere una valigetta piena di esplosivo in un altro treno, dossier falsi e via dicendo (si veda la pagina di wikipedia).
L'ombra di una verità troppo scomoda che avrebbe fatto capire che effettivamente l'Italia non era, e forse non è tuttora, un vero paese libero.
Fino ad arrivare ad oggi, con una classe politica che pensa alle commemorazioni come evento mediatico per farsi pubblicità, non ama contestazioni anche quando va a parlare di aria fritta, aspettandosi che le persone che hanno visto ucciso un loro congiunto possano sorbirsi dei discorsi idioti senza battere ciglio.
La mancanza della verità sul/i mandante/i della strage è uno schiaffo in faccia a tutte le vittime, a tutti i loro familiari e all'intera nazione.
Così come è accaduto per Ustica.
Così come è accaduto per Brescia.
Così è capitato per l'Italicus.
Così è capitato per il rapido 904.
Tante tappe, una sola tremenda verità: probabilmente non siamo padroni della nostra libertà, in Italia.
E i politici assumono le sembianze di marionette nelle mani di altri.
Negli anni si sono susseguiti scandali delle varie logge massoniche che annoveravano politici e personalità varie, inoltre qualche dubbio affiora se consideriamo come, in quegli anni, l'Italia fosse teatro di operazioni di intelligence dei vari servizi segreti esteri, i quali spesso, in altri contesti, non hanno dimostrato tutta quella sensibilità verso la vita umana che ha un comune cittadino (basti pensare a ciò che americani e, in piccola parte anche francesi, hanno combinato in sudamerica per oltre mezzo secolo).

La conclusione è una e sola: il popolo italiano, di fronte a questa immane tragedia è solo.
Non saprà forse mai da chi è stata commissionata.
Non ha avuto in 30 anni nessun politico che abbia avuto la forza di parlare.
Non ci sono stati "servitori" dello stato che abbiano finalmente detto la verità una volta e per sempre.
Non potrà mai più fidarsi del proprio stato e del proprio governo, burattino ben addestrato da mani anonime.
Allora la commemorazione di oggi è la commemorazione di un paese lasciato solo nella sua tragedia, abbandonato al suo dolore, sconfitto nel desiderio di conoscere la verità.
E' questo paese, umiliato dai suoi stessi servitori, sbeffeggiato, forse, da potenze straniere, che oggi si riunisce per commemorare i propri morti.
La politica non c'è,
non c'è mai stata,
ne' ci sarà mai,
è quindi un bene che non si presenti laddove è responsabile di un orrendo crimine.
Le persone, le vite umane, le famiglie distrutte da calcoli politici di qualche stratega del terrore, abilmente coperto/i dai nostri politici e agenti segreti, sono qui. Andateli a guardare in faccia, uno ad uno e chiedetevi se un paese che si ritiene democratico può accettare una classe politica che si lavi le mani di chi ci uccide bambini, mogli, madri, padri, uomini, donne.