giovedì 19 agosto 2010

I Figli

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse: I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
...E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.
 
(Kahlil Gibran - tratto da "Il Profeta")

lunedì 16 agosto 2010

La differenza tra mamma e papà.

La differenza tra mamma e papà.
La differenza tra mamma e papà te la fanno capire i figli.

Luisa quando deve giocare e far chiasso cerca il papà ma
quando deve abbandonarsi al sonno lo fa tra le braccia della mamma.
 
Quando siamo tutti e tre a letto, Luisa si rilassa abbracciandosi alla
mamma e tiene rigorosamente i piedi piantati sulla faccia del papà!!!!

venerdì 6 agosto 2010

La cultura della pornografia e la pornografia della cultura


In internet dilaga il porno self-made-home. La notizia non è nuova, ma va inquadrata in un mosaico di comportamenti moderni che lascia perplessi, anche in considerazione di altri campanelli d'allarme che provengono dalla società e che non lasciano tranquilli: il riferimento è chiaramente agli omicidi passionali, lo stalking ed altre situazioni di violenza alle quali sono sottoposte perlopiù le donne.
Sono fenomeni collegati? Oppure collegarli è un'operazione da moralisti?
Il problema non è di per sé il fatto che qualcuno voglia per forza mostrare agli altri ciò che fa nella sua sfera intima, piuttosto da dove nasce questa cultura pornografica e dove porta.
Volenti o nolenti siamo costretti ad ammettere che, nell'epoca dei blog, degli iPod, delle pillolette abortive che risolvono ogni “problema”, la cultura porno non è recente, ma ha origini molto antiche: ne sono testimoni i numerosi autori dell'antichità che esaltavano il libertinaggio.
La stessa lingua greca indica come prostitute le pornai, il cui nome deriva dal porné che indica vendere, alienare. La vendita, l'alienazione, è relativa al proprio sesso, al proprio corpo. Questo il significato originario del sesso a pagamento, poi lo si può chiamare in tanti modi coloriti ma il succo non cambia.
Osserviamo però che si vende un oggetto, una prestazione lavorativa, non un corpo.
A meno di non voler considerare le persone come schiavi o peggio come oggetti.
E un oggetto o uno schiavo presuppongono sempre un padrone.
Però noi non facciamo sesso, non ci comportiamo da maschi o femmine.
Noi siamo maschi o femmine.
E il nostro essere non può avere padroni.
Il sesso è così intimamente legato alla persona e alla personalità che la possibilità di considerare il nostro corpo o il corpo dell'altro come un semplice oggetto appare una forte distorsione della realtà.
Quando la cronaca riporta i drammi della gelosia, non riporta altro che un'altra faccia della stessa medaglia: le stesse persone che considerano gli altri utili solo al soddisfacimento del proprio piacere (e che tutti giustificano col classico che male c'è?) reagiscono violentemente quando l'altra parte tronca la storia o quando, pur non essendoci alcuna storia, qualcuno pensa che l'altro sia in “dovere” di rispondere alle proprie attenzioni.
Reazione ovvia, un oggetto o uno schiavo non devono avere volontà: è un diritto del padrone disporre di loro. Non solo: è un diritto anche distruggerli se si ribellano: è la tentazione del potere sugli altri e sulle proprie vite.
Questo passaggio mentale non è, per fortuna, la norma, ma non è neanche frutto di una persona disturbata: questo è un passaggio che può accadere in ognuno di noi se ci lasciamo prendere dal libertinaggio più assoluto che non vede negli altri delle persone con dei sentimenti ma un mero oggetto: la nostra mente potrebbe cominciare a trattare le persone come oggetti, abbassando, di fatto, il senso di colpa per i soprusi commessi anzi giustificandoli.
In altre parole i drammi impropriamente definiti d'amore (più propriamente dovrebbero definirsi di egoismo o di superbia) possono capitare a chiunque, anche in persone sane mentalmente che però entrano nella spirale libertina perversa.
La pornografia della cultura è presente ovunque c'è questo passaggio nel considerare gli uomini oggetti: nei regimi totalitari, nel libertinaggio, nell'economia deviata che pensa solo all'arricchimento portando esseri umani alla fame, nelle guerre...: l'elenco è lungo.
Come evitare ciò? La repressione limita il fenomeno, ma non serve a tanto.
L'unica azione utile che conosca è riprendere i modelli educativi di dialogo, rispetto, condivisione, amore, sesso (perché no? Se diventa espressione di dono e condivisione è stupendo) e fornirli ai giovani perché qualsiasi cosa facciano nel proprio futuro, si ricordino sempre che sono a contatto con altre persone, non con numeri o oggetti.

lunedì 2 agosto 2010

La festa del perdono francescana


Ogni anno, il 2 agosto, ad Assisi, nella basilica di S. Maria degli Angeli, si festeggia la festa del perdono di S. Francesco.
E' una festa importante, innanzitutto perchè ci ricorda l'importanza, come uomini, di richiedere perdono perchè spesso viviamo senza aprirci all'amore di Dio e dei fratelli.
Ma è importante, in secondo luogo perché è una ... festa. E' la festa del Signore perchè le sue creature manifestano amore per il proprio Creatore. E' un po' come quando i genitori, dopo qualche marachella dei figlioletti, visto il pentimento di questi ultimi, li coccolano; come se dicessero: ok avete sbagliato, vi siete pentiti ma ricordate che la cosa più importante è che abbiate capito che vi amiamo.
Il nostro atteggiamento deve essere un po' come questi bambini, più che come quello di Adamo ed Eva che, avendola fatta grossa, si nascosero non avendo fiducia dell'amore di Dio.
I cristiani sanno che, pur peccando ed essendo limitati, hanno un Padre che li ama sempre e li aspetta a braccia aperte.
Sta a noi accettare quell'abbraccio!