venerdì 24 giugno 2011

Napoli: protestare e più facile che essere civili!

Quanto costa ai napoletani protestare? Nulla, vanno per strada, rovesciano la spazzatura e magari ottengono anche l'elogio dei giornali.
Quanto costa ai napoletani cominciare a organizzarsi per la differenziata? Poco, ma non lo fanno lo stesso.
Il problema è che per anni si è parlato di differenziata ma a Napoli la differenziata la fanno si e no 2 quartieri.
Poi il napoletano medio vuole sempre che la sua spazzatura vada agli altri.
In Campania ormai già da diversi anni (in alcune zone da decenni) si differenzia senza problemi.
Napoli no.
E poi i napoletani vogliono le discariche nelle altre provincie, nelle altre regioni, nelle altre nazioni.
Caro napoletano, impara a gestirti i tuoi problemi da solo senza scaricarli sugli altri.
Adesso ne hai l'opportunità: un sindaco che finalmente vuole differenziare egestire il ciclo dei rifiuti. Cerca di collaborare piuttosto che ragionare come hai ragionato per secoli, che "qualcun altro ci deve pensare".
Ci devi pensare tu.
Ci riuscirai, o resterai seppellito dalla tua immondizia?
Saluti da un napoletano come te differenzia come non fai tu.

giovedì 16 giugno 2011

Ritorniamo alla nostra grafica tradizionale

Completati i referendum, per i quali avevamo deciso un sostegno "massiccio" in termini di contenuti e di grafica, adesso questo blog ritorna alla grafica tradizionale.

lunedì 13 giugno 2011

Vince il referendum: adesso bisogna programmare!


Il 57% degli italiani si è recato alle urne. La vittoria è andata oltre ogni più rosea (dal nostro punto di vista, nefasta dal punto di vista di B.) previsione.
La comunicazione
Cosa cambia adesso in Italia? Cambia molto, in particolare dal punto di vista della comunicazione.
L'oscuramento complessivo dei mass-media allineati con il governo non è servito perché il 60% degli italiani sapesse del referendum ed andasse a votare.
Ha vinto internet.
Ha vinto internet per forza comunicativa e per capacità critica.
Ma ha vinto anche l'incontrarsi delle persone che vivono affianco, per parlare e confrontarsi.
La forza comunicativa di internet si è vista nei social forum, laddove il passaparola virtuale ha consentito di diffondere la notizia, ma questa forza comunicativa non si è fermata in rete: coloro che dovevano portare un messaggio, l'han fatto ai vicini, familiari, conoscenti: solo così si giustifica il 57% dei votanti.
I giornali e le tv hanno perso e perderanno ancora. I limiti dei media ormai sono sull'autorevolezza, più che sulla diffusione: infatti, i giornali non solo non sono letti (senza contributi fallirebbero), ma ormai sono sempre meno obiettivi rispetto i problemi della nostra società. Mentre in rete si contavano diversi blog sui quali persone comuni (ma specializzate: ingegneri, fisici, medici, ecc.) fornivano spiegazioni e dibattevano con competenza sui temi trattati, i media sparavano proclami populistici e non hanno mai accettato il confronto. Forti di un retaggio per il quale credevano di poter pontificare su tutto senza dover dare spiegazioni delle cose asserite, sono stati giustamente snobbati dagli italiani.
Questo aspetto della vittoria è certamente importante per il futuro.
La politica
La vittoria referendaria vede la sconfitta della politica del centrodestra ma anche un passo indietro (opportunistico) del centrosinistra. Il PD aveva sostenuto sia il nucleare, sia la privatizzazione dell'acqua (adesso bisognerà smantellare le consorziate "sinistrorse": lo farà?), potrebbe essere un buon segno: gli italiani ormai non sono più di destra o di sinistra e i deputati devono rappresentare il popolo, non dominarlo.

Il nucleare
I pasticci sul quesito referendario rendono complicata la situazione post-voto. Diciamo che è stata vinta una battaglia ma, per la guerra bisogna attendersi altre controffensive: meglio vigilare sempre cosa fanno al governo!
Inoltre adesso comincia la vera battaglia per evitare "ritorni" futuri: cominciare a risparmiare e investire, laddove possibile, da privati cittadini, in fonti energetiche alternative.
L'acqua pubblica
Probabilmente i privati che hanno contratto obblighi con gli enti pubblici batteranno cassa: probabilmente hanno ragione, ma l'acqua era e resta pubblica. Il proseguimento di questo referendum sono le prossime elezioni nelle quali vanno cacciati TUTTI i politici coinvolti nella privatizzazione dell'acqua, anche per il danno erariale.
Il legittimo impedimento
Anche qui è stata vinta una battaglia. B. ormai cerca da anni di sfuggire alla magistratura. Prima la Corte Costituzionale e poi i referendum lo hanno bloccato, però c'è da scommettere che si inventerà qualche nuova trovata: una battaglia è vinta, la guerra no.
Grazie
In questo periodo su questo blog abbiamo cercato di fornire indicazioni in particolare per il lato più tecnico del referendum sul nucleare e sull'esperienza diretta riguardo la privatizzazione dell'acqua. E' il contributo che sapevamo, in coscienza, di poter dare, lasciando ad altri contributi di altro genere che esulano dalle nostre competenze.
Adesso che il referendum è passato torneremo ai post noiosi e poco letti riguardo la nostra vita quotidiana, ringraziandovi per i circa 3000 accessi in tre mesi (prima, e forse anche da oggi in poi, ne avevamo 100 scarsi al mese). Il nostro servizio di informazione finisce qui, a meno di altre richieste o eventi. Speriamo di esservi stati utili.

martedì 7 giugno 2011

La sicurezza delle nuove centrali atomiche

Solo in questi giorni, dopo mesi di letture, sono riuscito a leggere sulla stampa italiana un paio di articoli seri sul nucleare, mi riferisco agli articoli "Fukushima, anatomia di un incidente" di Flavio Parozzi e "La sicurezza dei nuovi reattori" di Adam Piore.
Sono apparsi su "Le Scienze", mensile che non fa mistero, sostiene l'energia atomica, infatti nell'editoriale di questo mese compare una bocciatura al (solo) referendum atomico.
Ma gli articoli di Adam Piore e Flavio Parozzi sono ben posti perché affrontano finalmente le tematiche di sicurezza delle centrali in maniera oggettiva: sono questi gli articoli con i quali sarebbe stato bello confrontarsi nel dibattito per i referendum, senza ricorrere alle frottole che i nuclearisti italiani hanno raccontato in quest'ultimo anno, ovvero sicurezza al 100% delle centrali (prima di Fukushima) e la poca o nulla influenza sulla salute delle radiazioni, basterebbero solo queste due affermazioni per correre al primo seggio e votare sì!
I fatti, dunque.
Priore afferma che, giustamente, il probelma sicurezza delle centrali esiste e non è irrilevante. La possibilità che si verifichi un evento catastrofico (cigno nero) non razionalizzabile a priori c'è, ma non è solo un "cigno nero" che potrebbe causare incidenti.
Three Mile Island ha avuto problemi per una serie di errori degli operatori.
Priore, fatto importante, identifica nel sistema di raffreddamento (punto 6 del post del 26 aprile 2011 e post del 4 aprile 2011) la criticità per la sicurezza delle centrali, al di la' dei "cigni neri".
L'esperienza di Fukushima ha mostrato che la circolazione del refrigerante nel nocciolo potrebbe non essere garantita dagli impianti di emergenza, anche se ridondanti, checchè ne dicano Veronesi e la Hack.
Osservazione giusta.
Priore afferma che per le nuove centrali si è previsto a progetto la possibilità di un guasto agli impianti ausiliari, e che saranno dunque realizzate delle centrali con impianto di raffreddamento che, in caso di guasto, sarà azionato dalla sola forza di gravità, ciò garantirebbe una sicurezza alta.
Vero è che avere la possibilità di raffreddare senza l'ausilio di pompe (per gravità) migliora di molto l'aspetto della sicurezza, ma la domanda che ci si pone è la seguente: è risolutivo questo aspetto?
Guardiamo ancora l'incidente di Fukushima Daiichi.
Le informazioni che provengono dalla centrale ci dicono che i problemi registrati il 31 maggio al reattore IV , nonchè l'incremento della radiazione registrato il 3 giugno, ovvero dopo quasi 4 mesi dallo tsunami, sono indice che il fattore di progetto da valutare in questi casi è il tempo.
Il raffreddamento deve essere garantito per tempi lunghi, questo implica, in caso di sistema di sicurezza "a gravità", la necessità di disporre di serbatoi che garantiscano una portata costante per diversi mesi. La massa di acqua necessaria e la grandezza spropositata dei serbatoi necessari, rendono di fatto questa soluzione indubbiamente un avanzamento nella sicurezza ma di certo non è una soluzione risolutiva degli scenari più seri, a meno di voler piazzare centrali nelle vicinanze di una diga (con i rischi che ben conosciamo).
La conclusione di Priore è che la scelta dell'energia atomica è legata al rischio che una popolazione vuol assumersi in relazione ai vantaggi di questa energia anche rispetto ad altre forme di produzione.
Questa conclusione mi trova in accordo, di fatto il referendum italiano è proprio questo: gli italiani sono disposti a correre il rischio per avere i vantaggi dell'atomica?
Per quanto ci riguarda continuiamo a ritenere i rischi troppo elevati. Allo stato, infatti, possiamo dire che sostanziali passi avanti verso la sicurezza non ce ne sono.
Restano validi i motivi per i quali votare sì al referendum in base alle considerazioni sul rischio delle centrali atomiche (post del 12 febbraio 2011).

venerdì 3 giugno 2011

L'appello di padre Alex Zanotelli contro la privatizzazione dell'acqua

Questo appello è del 15 agosto 2008 ma ancora estremamante attuale. 
link originale: http://www.peacelink.it/zanotelli/a/27057.html

Appello

S.O.S. Acqua

Cosenza, 15 agosto 2008. Nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell'acqua. Tutto questo con l'appoggio dell'opposizione, in particolare del Pd.
15 agosto 2008 - Padre Alex Zanotelli

Cosenza, 15 agosto 2008
Nel cuore di questa estate torrida e di questa terra calabra, lavorando con i giovani nelle cooperative del vescovo Brigantini (Locride) e dell'Arca di Noè (Cosenza), mi giunge, come un fulmine a ciel sereno, la notizia che il governo Berlusconi sancisce la privatizzazione dell'acqua. Infatti il 5 agosto il Parlamento italiano ha votato l'articolo 23 bis del decreto legge numero 112 del ministro G. Tremonti che nel comma 1 afferma che la gestione dei servizi idrici deve essere sottomessa alle regole dell'economia capitalistica. Tutto questo con l'appoggio dell'opposizione, in particolare del Pd, nella persona del suo corrispettivo ministro-ombra Lanzillotta (Una decisione che mi indigna ma non mi sorprende, vista la risposta dell'on. Veltroni alla lettera sull'acqua che gli avevo inviata durante le elezioni!).
Così il governo Berlusconi, con l'assenso dell'opposizione, ha decretato che l'Italia è oggi tra i paesi per i quali l'acqua è una merce.
Dopo questi anni di lotta contro la privatizzazione dell'acqua con tanti amici, con comitati locali e regionali, con il Forum e il Contratto Mondiale dell' acqua... queste notizie sono per me un pugno allo stomaco, che mi fa male. Questo è un tradimento da parte di tutti i partiti! Ancora più grave è il fatto, sottolineato dagli amici R. Lembo e R. Petrella, che il "Decreto modifica la natura stessa dello Stato e delle collettività territoriali. I Comuni, in particolare, non sono più dei soggetti pubblici territoriali responsabili dei beni comuni, ma diventano dei soggetti proprietari di beni competitivi in una logica di interessi privati, per cui il loro primo dovere è di garantire che i dividendi dell'impresa siano i più elevati nell'interesse delle finanze comunali".
Ci stiamo facendo a pezzi anche la nostra costituzione!
Concretamente cosa significa tutto questo? Ce lo rivelano le drammatiche notizie che ci pervengono da Aprilia (Latina) dimostrandoci quello che avviene quando l'acqua finisce in mano ai privati. Acqualatina (Veolia, la più grande multinazionale dell'acqua ha il 46,5 % di azioni), che gestisce l'acqua di Aprilia, ha deciso nel 2005 di aumentare le bollette del 300%! Oltre quattromila famiglie da quell'anno, si rifiutano di pagare le bollette ad Acqualatina, pagandole invece al Comune. Una lotta lunga e dura di resistenza quella degli amici di Aprilia contro Acqualatina! Ora nel cuore dell'estate, Acqualatina manda le sue squadre di vigilantes armati e carabinieri per staccare i contatori o ridurre il flusso dell'acqua. Tutto questo con l'avallo del Comune e della provincia di Latina! L'obiettivo? Costringere chi contesta ad andare allo sportello di Acqualatina per pagare.
È una resistenza eroica e impari questa di Aprilia: la gente si sente abbandonata a se stessa. Non possiamo lasciarli soli!
L'estate porta brutte notizie anche dalla mia Napoli e dalla regione Campania.
L'assessore al Bilancio del Comune di Napoli, Cardillo, lancia una proposta che diventerà operativa nel gennaio 2009. L'Arin, la municipalizzata dell'acqua del Comune di Napoli, diventerà una multi-servizi che includerà Napoligas e una compagnia per le energie rinnovabili. Per far digerire la pillola, Cardillo promette una "Robintax" per i poveri ( tariffe più basse per le classi deboli). Con la privatizzazione dell'acqua si creano necessariamente cittadini di seria A (i ricchi) e di serie B (i poveri), come sostiene l'economista M. Florio dell'università degli studi di Milano.
Sono brutte notizie queste per tutto il movimento napoletano che nel 2006 aveva costretto 136 comuni di ATO 2 a ritornare sui propri passi e a proclamare l'acqua come bene comune. Invece dell'acqua pubblica, l'assessore Cardillo sta forse preparando un bel bocconcino per A2A ( la multiservizi di Brescia e Milano) o per Veolia, qualora prendessero in mano la gestione dei rifiuti campani? Sarebbe il grande trionfo a Napoli dei potentati economico-finanziari.
A questo bisogna aggiungere la grave notizia che a Castellamare di Stabia (un Comune di centomila abitanti della provincia di Napoli ) 67 mila persone hanno ricevuto, per la prima volta, le bollette dalla Gori (una SPA di cui il 46% delle azioni è di proprietà dell'Acea di Roma). Questo in barba alle decisioni del Consiglio Comunale e dei cittadini che da anni si battono contro la Gori, che ormai ha messo le mani sui 76 Comuni Vesuviani (da Nola a Sorrento).
"Non pagate le bollette dell'acqua!", è l'invito del Comitato locale alle famiglie di Castellamare. Sarà anche qui una lotta lunga e difficile, come quella di Aprilia. Mi sento profondamente ferito e tradito da queste notizie che mi giungono un po' dappertutto.
Mi chiedo amareggiato:" Ma dov'è finita quella grossa spinta contro la privatizzazione dell'acqua che ha portato alla raccolta di 400 mila firme di appoggio alla Legge di iniziativa popolare sull'acqua ?
Ma cosa succede in questo nostro Paese? Perché siamo così immobili? Perchè ci è così difficile fare causa comune con tutte le lotte locali, rinchiudendoci nei nostri territori?
Perché il Forum dell'acqua non lancia una campagna su internet, per inviare migliaia di sollecitazioni alla Commissione Ambiente della Camera dove dorme la Legge di iniziativa popolare sull'acqua ?
Non è giunto il momento di appellarsi ai parlamentari di tutti i partiti per far passare in Parlamento una legge-quadro sull'acqua?
Dobbiamo darci tutti una mossa per realizzare il sogno che ci accompagna e cioè che l'acqua è un diritto fondamentale umano, che deve essere gestita dalle comunità locali con totale capitale pubblico, al minor costo possibile per l'utente,senza essere S.P.A .
"L'acqua appartiene a tutti e a nessuno può essere concesso di appropriarsene per trarne "illecito" profitto - ha scritto l'arcivescovo emerito di Messina G. Marra -. Pertanto si chiede che venga gestita esclusivamente dai Comuni organizzati in società pubblica, che hanno da sempre il dovere di garantirne la distribuzione per tutti al costo più basso possibile."
Quando ascolteremo parole del genere dalla Conferenza Episcopale Italiana? Quand'è che prenderà posizione su un problema che vuole dire vita o morte per le nostre classi deboli ma soprattutto per gli impoveriti del mondo? (Avremo milioni di morti per sete!)
È quanto ha affermato nel mezzo di questa estate, il 16 luglio, il Papa Benedetto XVI: "Riguardo al diritto all'acqua, si deve sottolineare anche che si tratta di un diritto che ha un proprio fondamento nella dignità umana. Da questa prospettiva bisogna esaminare attentamente gli atteggiamenti di coloro che considerano e trattano l'acqua unicamente come bene economico."
Quand'è che i nostri vescovi ne trarranno le dovute conseguenze per il nostro paese e coinvolgeranno tutte le parrocchie in un grande movimento in difesa dell'acqua?
L'acqua è vita. "L'acqua è sacra, non solo perché è prezioso dono del Creatore- ha scritto recentemente il vescovo di Caserta, Nogaro - ma perché è sacra ogni persona , ogni uomo, ogni donna della terra fatta a immagine di Dio che dall'acqua trae esistenza, energia e vita."
Sull'acqua ci giochiamo tutto!
Partendo dal basso, dalle lotte in difesa dell'acqua a livello locale, dobbiamo ripartire in un grande movimento che obblighi il nostro Parlamento a proclamare che l'acqua non è una merce, ma un diritto di tutti.
Diamoci da fare perché vinca la vita!
Alex Zanotelli

mercoledì 1 giugno 2011

IMPORTANTISSIMO: COME VOTARE PER I FUORI SEDE !


Si può votare anche se si è fuori sede e non si vuol tornare nel proprio comune di residenza. Per farlo bisogna iscriversi alla lista dei rappresentanti dei promotori. Per iscriversi basta aderire ad un comitato promotore di un referendum.

link per il comitato del referendum per l'acqua pubblica
link dei comitati locali
per l'IDV si può far riferimento all'organizzazione

FATE PRESTO, C'E' TEMPO FINO AL 5 GIUGNO!

vi riporto lo stralcio preso dal sito del comitato per l'acqua pubblica! 

rappresentante di lista
Per adempiere alle funzioni di rappresentante dei Promotori per i Referendum occorre essere elettori di un comune della Repubblica.

Hanno diritto ad assistere a tutte le operazioni e controllano lo svolgimento del voto.

I rappresentanti possono essere titolari o supplenti.
A seconda della vostra disponibilità scegliete se essere presenti in tutte e due le giornate di voto per aiutare i comitati territoriali.
Ad ogni modo, iscrivetevi per poter almeno votare.

E' semplice ed è importante!
FAQ
Cosa comporta la nomina?
La nomina comporta essere rappresentanti del comitato promotore. Per questo i titolari dovranno essere presenti per i due giorni del voto con particolare attenzione alle operazioni di scrutinio.
Per i supplenti non sono previsti particolari impegni se non la sostituzione in caso di necessità.
In ogni caso potrai indicare se voler essere titolare o supplente (a secondo delle disponibilità di tempo) una volta che verrai ricontattato/a dai referenti del territorio in cui hai chiesto di votare.
Ad ogni modo in questa pagina trovi altre informazioni, obblighi e diritti sul ruolo dei rappresentanti.

Posso votare per tutti i referendum?
Si, potrai votare per tutti e 4 i referendum

Tra quanto avrò risposta?
Nel giro di una settimana verrai ricontattato dai referenti. Se non dovessi ricevere notizie in questa pagina trovi i loro recapiti.

Se do la disponibilità e invece poi torno a casa a votare?
Non succede niente.
L'unica accortezza necessaria sarà avvertire il referente per conoscenza.

C'è posto per tutti ?
Si c'è posto, anche se potresti essere nominato in una zona differente da quella che richiedi.

Quali documenti servono?
Per noi non è necessario nessun documento, ma quando vai al seggio è necessaria la tua scheda elettorale e un documento di identità. Se no non potrai votare.

La Cassazione conferma: il referendum si farà!

Come scritto più volte sul blog e senza il minimo dubbio al riguardo: il referendum si farà!
Coloro che proclamavano la non ammissibilità del referendum a seguito del decreto omnibus, si sbagliavano, in buona o cattiva fede, adesso ciò non è importante.
COME PIU' VOLTE SCRITTO SU QUESTO BLOG :

AFFILATE LE MATITE,
IL REFERENDUM SI AVVICINA!