venerdì 27 maggio 2011

Il referendum è l'unica arma contro il nucleare!

Sale la febbre dei ballottaggi. Le amministrative hanno, sullo sfondo, dopo tre settimane, i referendum. In molti già sperano che, con la possibile sconfitta ai ballottaggi, con Berlusconi finisca anche il progetto del nucleare italiano.


Ma questa è una pia illusione!

Innanzitutto perché un'ampia fetta del pd è favorevole al nucleare, come anche fli e udc, per cui, se in qualche modo ci fosse solo un "cambio di guardia", la strategia energetica dell'Italia non cambierebbe.
In secondo luogo l'antinuclearismo di Bersani sa tanto di contrizione pre-elettorale. Bersani critica l'organizzazione delle centrali ma non la sicurezza complessiva del processo.
Questo è un campanello d'allarme sul perché Bersani non ha mai affrontato seriamente il tema del nucleare: non tanto per spaccare il partito ma perché lui stesso è favorevole all'energia atomica. Infatti, da ministro dello sviluppo economico (nel governo Prodi) assicurava gli americani sul nostro "futuro sviluppo nucleare".
Si può capire che uno cambi idea (anche io l'ho cambiata nel tempo e fortunatamente prima di Fukushima) sarebbe il caso che spiegasse bene perché l'ha cambiata, altrimenti sembra (?) che le sue parole siano solo dovute ad un calcolo politico.
Non si può essere convinti della pericolosità del nucleare e criticare solo l'organizzazione per lo smaltimento delle scorie. Chi capisce che il nucleare è davvero pericoloso critica innanzitutto la pericolosità insita nel processo e negli impianti.
La presunta opposizione della sinistra al nucleare si basa solo su problematiche inerenti alla gestione degli impianti che comunque a livello politico non si è in grado di controllare, questo a causa di un paio di fattori che non vengono mai citati.
Innanzitutto esiste una pericolosità intrinseca del processo e dalla capacità che questo ha di fare danni in caso di incidente e su questo c'è poco da fare: incidenti ne sono capitati ovunque e ne capiteranno ancora ovunque per i più disparati motivi.
In secondo luogo la sicurezza è influenzata dal corpus di norme tecniche di controllo di uno stato. Già le normative degli stati occidentali sono carenti al riguardo, le normative di controllo italiane sono addirittura inesistenti: l'Italia recepisce le direttive europee ma non si dota degli strumenti per gestire il controllo!
Se anche si volesse migliorare il secondo aspetto (cosa difficile in questa nazione) il primo comunque sarebbe discriminante.
Il velo che si stende su temi cruciali come questi fa pensare che in una prospettiva  di ricambio tra pd e pdl la gestione del nucleare non cambierà rotta, ma solo attori protagonisti.
Non speriamo dunque che altri decidano per noi! Abbiamo l'opportunità di prescindere dai politicanti. E' bene che non ci facciamo scappare questa occasione!

mercoledì 25 maggio 2011

Affilate le matite, la battaglia è vicina.

Il governo, notizia non nuova, sta cercando di eludere il referendum.
Il "decreto omnibus" sta tentando di portare scompiglio tra la popolazione.
Mancano circa 3 settimane al referendum e mettere in dubbio la consultazione può essere un grande espediente per far mancare il quorum.
Perché il governo tenta di rinviare il giudizio referendario? Ovviamente perché spera di imporre il nucleare in Italia.
Il governo si muove su due possibili scenari: il primo, quello oramai certo, è che effettivamente il referendum si svolge il 12-13 giugno, quindi bisogna da subito stendere una coltre di silenzio sui referendum e creare confusione (si andrà a votare o no?), il secondo scenario, quello preferito da Berlusconi, una chimera, è lo slittamento del referendum di almeno un anno, qui il governo potrebbe giocarsi meglio le sue carte.
Come lavorano Berlusconi & soci su questi scenari? Seguendo tre linee di azione.
1. Alla lunga le persone dimenticheranno Fukushima e lo tsunami giapponese, infatti nessun tg o quotidiano sta più dando notizie provenienti dal sol levante, anche se non attinenti alla centrale. Eppure con i suoi 20.000 morti e oltre 700.000 sfollati è un disastro che dovrebbe attrarre l'attenzione dell'opinione pubblica, non foss'altro che per raccolgiere un po' di soldi per dare un primo aiuto a chi è rimasto senza nulla. Invece niente. In questo caso non c'è solidarietà umana che tenga. La verità è che il solo parlare dello tsunami, farebbe ricordare Fukushima. E' in corso d'opera, come direbbero i latini molto ben ripresi da Harry Potter, l' "oblivium", ovvero, una dimenticanza completa, totale, assoluta e duratura, la perdita di ogni memoria e ricordo del disastro.
2. In base alla capacità di dimenticare del nostro sventurato cervello, tra qualche tempo (ma timidamente già lo stanno facendo) i tromboni dei mass-media ricominceranno a propagandare una sicurezza delle centrali nucleari quali mai abbiamo assistito. Probabilmente emeriti esperti del nulla diranno di aver attentamente studiato i nuovi impianti e di aver rilevato un livello teconologico che gli impianti giapponesi neanche immaginavano!
3. Nel frattempo che si arrivi a parlare della ritrovata sicurezza delle centrali, e visto che l'operazione slittamento del premier è una mossa disperata e dall'esito quasi certamente (mettiamo il quasi perché comunque attendiamo un pronunciamento della Cassazione) negativo, già schiere di giornalisti accondiscendenti e falsi ecologisti stanno cominciando a precisare che in  effetti le radiazioni non sono poi così gravi per la salute, estrapolando forzatamente delle conclusioni da studi scientifici parziali.

In particolare l'obiettivo è dissociare il nucleare dalla giusta percezione negativa che in questo momento si porta dietro. Berlusconi e soci sanno bene che nei processi decisionali, soprattutto quelli non di routine, l'emozione che gli individui associano all'evento gioca un ruolo fondamentale. Come ben spiegato da prof. Francesco Gallucci; Presidente, Professore di Sociologia della Comunicazione del Politecnico di Torino.
Ecco perché il referendum del 12-13 giugno è un problema. 
L'obiettivo del governo è ri-associare elementi psicologici tranquillizzanti all'energia nucleare, allora già si sta  negando che vicino le centrali ci siano problemi di salute, si sfrutta, per questa tesi, l'inesistenza di studi seri e a lungo termine. 
Non solo dare la percezione alle persone che comunque per il governo non è cruciale la scelta nucleare significa fornire un altro tassello di tranquillità che permetterebbe al processo decisionale di imboccare la direzione del non-voto.

Anche noi proseguiamo la battaglia, indipendentemente dai due scenari, cambierebbero i tempi ma non la sostanza.
Per la verità siamo sicuri che la Cassazione non boccerà il referendum, per cui vi diciamo di non credere alle chiacchiere e tenere libero un po' di tempo il 12-13 giugno per andare a votare.
Affilate le matite.
E' l'unica nostra arma.
Ma se davvero l'avversario ha così paura delle matite, vuol dire che è un'arma davvero potente.
Basta solo crederci.

lunedì 16 maggio 2011

Privatizzazione dell'acqua? C'è chi è già più avanti!


La Nestlè propone di quotare l'acqua in borsa.
La simpatica notizia non coglie del tutto impreparati gli attivisti, visto che già in molti boicottavano i prodotti Nestlè dopo le iniziative a dir poco discutibili della multinazionale nel terzo mondo.
Come al solito la tecnica che viene utilizzata per proporre simili oscenità è quella dell'ottimizzazione delle risorse: la quotazione dell'acqua porterebbe tutti a consumare meno acqua!
Peccato che proprio dietro questa frase apparentemente pregna di logica e di buon senso, sia chiaro lo scopo della multinazionale.
Se la richiesta aumenta, aumenta il prezzo, ma dato che il costo alla produzione resta invariato, il plusvalore lo intasca il privato che gestisce la distribuzione dell'acqua.
Immaginatevi lo scenario: i cittadini dovrebbero far concorrenza all'industria per accaparrarsi un po' di acqua in più, ovviamente facendo l'asta per pagare quello che è un diritto primario! Per di più chi gestirebbe il tutto lo farebbe in regime di monopolio!
Neanche le più spietate dittature sono arrivate a tanto!

Urgono segnali forti da tutto il mondo.
Il primo può venire proprio dalla nostra nazione, il 12 e 13 giugno!

martedì 10 maggio 2011

le radiazioni fanno bene alla salute: c'è la prova!

Franco Battaglia (ultimo post sul nucleare) ci era andato vicino. Ma NewClear, forum sul nucleare di Chicco Testa ha finalmente trovato la prova: il nucleare fa bene alla pelle, previene le leucemie infantili, i tumori fuggono l'isotopo.
Abbiamo sbagliato tutti!
Noi per prima.
Ce ne pentiamo.
Non fosse stato per Chicco Testa saremmo rimasti nell'oscurità della ragione.
La fonte è autorevole: il (o la, come meglio credete) COMARE.
L'ente inglese tira fuori un altro studio che non rileva particolari differenze tra i bambini che vivono vicino alle centrali e più lontano (a parte un impianto di riprocessamento in Scozia dove il rapporto esposti/malati è doppio rispetto alla media) e NewClear sottolinea il dato di un'incidenza maggiore in siti obiettivo sui quali non è stato ancora costruito nulla, riprendendo anche uno studio tedesco (KIKK).
NewClear sembra troppo schierato per poter essere obiettivo. In particolare:
1. Come leggere i dati? I dati statistici non vanno presi al centesimo, non ha senso; dire 0,98 o 1 è uguale, non è invece uguale dire 1,99 e 0,98 (pagina 16 del report).
2. Esposizione. Lo studio statistico calcola un rapporto tra popolazione esposta e malattia, ma si limita all'esposizione diretta alla radiazione, non all'esposizione dovuta alla radioattività che entra nel ciclo alimentare, dato ignoto e di difficile calcolo perché l'esposizione, in questo caso varia a macchia di leopardo anche a centinaia di chilometri dalle centrali.
3. Lo studio statistico, pur interessante, non è una verità assoluta: la statistica valuta una tendenza ma non può dare spiegazioni fisiche ai fatti. E tali spiegazioni attualmente latitano. Le stanno cercando, tutti tranne Chicco Testa che già conosce tutto.
4. Testa continua a sottolineare l'effetto dell'inquinamento da idrocarburi, cosa che nessuno nega, ma che non si abbatterebbe del tutto anche con il nucleare, visto che i derivati del petrolio continuerebbero ad essere utilizzati intensamente per il trasporto, come già accade oggi da noi (senza il nucleare) e in Francia (paese con oltre il 70% dell'energia di fonte nucleare).
Cosa dire ancora?
Ah, sì! Facciamo una colletta e mandiamo Testa a vivere a Fukushima per 3-4 anni, vi piace l'idea?
A noi sì!

La lunga "pax romana" dei nostri giorni

Bin Laden ucciso. Le democrazie (?) esultano ed è già cominciata la campagna per massacrare anche l'immagine del terrorista.
Ce n'era bisogno? Credo di no, anche perché più si dice che Osama era un cretino più si insultano i servizi segreti e i governi occidentali che hanno subito attentati da lui.
Nel frattempo le succitate democrazie si stanno distinguendo per la democraticità delle loro bombe in Libia.
I raid sul Tripoli continuano. Adesso è stato preso di mira il bunker di Gheddafi (che non era un obiettivo, ricordate?) e qualche bambino libico per il quale non valgono i diritti universali per l'infanzia che valgono per i bambini americani, italiani e francesi. 
Intanto un sopravvissuto ad un barcone della morte (alla deriva per 16 giorni) dichiara che erano arrivati vicinissimo alla portaerei francese "Charles de Gaulle" ma sono stati ignorati, non potevano aiutarli, dovevano andare a bombardare i bambini sulla terraferma. Speriamo che non siano di questo tipo gli interventi caldeggiati dalla Lega richiesti all'UE per risolvere il problema dell'immigrazione. Ci viene da chiedere: chi è il terrorista?
Forse è il caso di cominciare a vergognarci di essere occidentali.