domenica 5 dicembre 2010

Non chiedete pietà


Non chiedete pietà,
voi che pietà non avete.

Non chiedete agli uomini comprensione,
voi che usate gli altri come oggetti.

Non elemosinate compassione,
voi che vi arrogate il diritto di dare la morte.

Non proclamate il vostro fasullo pentimento,
voi che con un gesto di insopportabile odio,
distruggete anni di amore e donazione.

Non chiedete perdono,
perché non ci sono parole umane
che possono assolvervi dall’abominio
del vostro cuore.

Siate maledetti,
in vita
e in morte.

La vostra vita sia un tormento,
disprezzati dagli uomini,
la morte vi colga fra atroci rimorsi.

Perché nulla vi potrà sollevare
dal ricordo dell’orrore commesso.

Le tenebre non vi lasceranno,
a noi la speme
di vedervi marcire reietti.

venerdì 15 ottobre 2010

Nucleare all'italiana? No, grazie!


Di oggi è la notizia che Umberto Veronesi sarà presidente dell'Agenzia per la Sicurezza Nucleare.
Quella di Veronesi è una nomina senza senso. Il dottore non ha alcuna competenza per gestire un ente di sicurezza nucleare. La nomina ha solo un obiettivo pubblicitario: chi deciderà come gestire la sicurezza sarà ignoto ai cittadini italiani.
Se le persone cominciano ad essere nominate con criteri che non riguardano la competenza specifica, non bisogna aspettare oltre per essere contrari al nucleare italiano.
Ci aspettiamo in un prossimo futuro, i seguenti passi del governo (se riuscirà a non cadere):
- tamtam pubblicitario per la nomina "illustre" e "garantista"
- interdizione delle zone prossime alle centrali se necessario con l'intervento militare,
- pubblicazione di dati non corretti riguardo rilievi ed emissioni radioattive,
- poca trasparenza nell'ambito dei sistemi di controllo che, per inciso, non sono ancora regolamentati in Italia da leggi ben definite.
In passato su questo blog non escludevo l'opzione nucleare, purché realizzata secondo criteri rigorosi; oggi devo prendere atto che tali criteri non vengono applicati in Italia, la conseguenza è una e sola: meglio evitare assolutamente il ritorno del nucleare.
Su questo blog inserirò sempre gli aggiornamento dei comitati che sibattono contro il nucleare in particolare del comitato referendario.

martedì 12 ottobre 2010

Diritti

La storia ci insegna che gli uomini spesso devono lottare per i propri diritti.
E che i diritti conquistati nella storia non sono definitivi.
Non sono definitivi i diritti dei lavoratori,
non sono definitivi i diritti dell'infanzia,
non è definitivo il diritto alla salute,
non è definitivo il diritto all'acqua potabile
e in futuro forse nemmeno all'aria
non è definitivo il diritto alla libertà.
Ecco perché oggi, anche oggi, è il momento di non abbassare la guardia nei confronti di chi pretende di sopprimere i diritti fondamentali dell'uomo, vuoi per potere politico, vuoi per lucro economico.

lunedì 20 settembre 2010

Satana tenta gli uomini per distruggerli


"Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! Anzi, Dio sa che il giorno in cui voi ne mangiaste si aprirebbero i vostri occhi e sareste come Dio, conoscendo il bene e il male».
Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò.
" (Gn 3,4-6)

Così la Bibbia parla del primo allontanamento dell’uomo da Dio.
Satana mostra agli uomini la falsa bellezza del peccato nascondendo ciò che è il peccato veramente: la rovina dell’uomo.
Ancora oggi è così. Il cornuto, piazza molti specchietti per le allodole, ovvero per gli uomini, e facilmente noi ci caschiamo.

Ci viene mostrato come è bello vivere “da sballo” e senza regole e molti giovani bruciano la propria esistenza tra alcool, fumo e droga.

Ci vien detto che fare sesso è un’esigenza come fare la pipì e molti che aderiscono a questo modo di pensare si ritrovano in età avanzata incapaci di amare e anzi pronti a tutto, anche ai gesti più estremi, pur di soddisfare alle proprie voglie.

Ci vien mostrato il divorzio come una realtà normale, con le famiglie allargate che son bellissime ma si tace di tante persone che con il divorzio sono costrette a mendicare per vivere e spesso delle follie che seguono l’affidamento dei figli.

Ci vien detto che la carriera è importante: bisogna impegnarsi a fondo e con ogni mezzo, anche scorretto, ma si nasconde che le persone in carriera spesso vivono da soli, isolati da tutti.

Ci vien detto che i soldi sono il motore del mondo, ma si tace riguardo le speculazioni finanziarie che gettano milioni di persone nella fame.

Ci vien detto che esistono guerre giuste, peccato che chi lo dice è lo stesso che ha armato nel passato le mani degli uomini.

Ci vien detto che a fare figli c’è tempo, diamine! Quando si è giovani bisogna godersi la vita e realizzarsi nel lavoro, ma si tace che in età avanzata le probabilità di avere figli diminuisce drasticamente, lasciando così molte coppie nella tristezza e nel dolore.

Ci vien detto che se un figlio non è desiderato, si può ricorrere all’aborto, tanto nei primi tre mesi non è vita. Ma quando comincia la vita nessuno lo sa.

Ci vien prospettato un mondo migliore senza Dio, ovvero un mondo migliore senza amore, basato solo sul soddisfacimento delle proprie voglie e del proprio egoismo.

Ci dobbiamo credere?
Se siamo furbi direi di no, ma poiché lo “specchietto” è da sempre una seduzione troppo forte, in molti ci cascano. Mascherano di volta in volta il proprio egoismo come “modernità”, “libertà individuale”, “autoaffermazione”, “successo”, “soldi”, e via dicendo; nascondono a se stessi il vuoto e l’aridità di una vita sprecata nell’egoismo.

martedì 14 settembre 2010

Libretti pediatrici a metà


I libretti pediatrici dell'ASL NA1 vengono forniti da un po' senza le pagine dei bilanci.
L'ennesimo conto in rosso della Regione ha portato alla riduzione delle pagine di questi libretti e proprio delle pagine relative ai bilanci della crescita.
Per ovviare a questo problema, già per la mia prima figlia ho dovuto scaricare il modello del libretto pediatrico regionale (dal burc che ne decretava la nascita), ho recuperato le immagini delle pagine dei bilanci, le ho impaginate con le dimensioni corrette del libretto in OpenOffice 3.2 e le ho convertite in pdf; ne ho stampate 3 copie, le ho tagliate con un taglierino a rotella e ho messo tra i fogli la buona vecchia carta copiativa.
Risultato: ho i fogli dei bilanci. Se qualche altro genitore vuole ripetere il processo, può partire dal file già pronto e scaricabile qui (vedi anche barra a destra). Bastano un paio di forbici (o una taglierina) un po' di carta copiativa e ... voilà: pagate molto meno rispetto a chi ha contribuito al conto in rosso della Regione e sono perfettamente funzionali.

venerdì 10 settembre 2010

Nella notte



In questa notte si fondono
in una unica persona,
immagini, sensazioni, parole,
sentimenti
del giorno appena passato.

Questa notte rivivono le immagini
di Felicia, appena nata,
ancora legata alla mamma,
e quelle di Luisa, a casa,
che stasera, non avendo vicino
la mamma,
ha voluto tante coccole dal papà.

Questa notte fonde il sentimento
di gioia di diventare padre,
con la sensazione ancora viva
delle mani di Marilena
che stringevano le mie
in sala parto.

In questa notte si staglia
gigantesco lo sguardo deciso
e al tempo stesso provato,
di Marilena
nel guardare la sua piccola.

La notte però rimescola
sensazioni, emozioni e
propone strane veggenze.
Il pensiero va lontano,
quante guerre con i cuscini
faranno le due sorelle?
Quante volte saranno
complici?
E quante volte si sosterranno
insieme per far cedere i
genitori?

Ma il futuro lo possiamo
solo sognare, di notte.

Questa notte serbo nel mio
cuore la gioia più grande
per la famiglia che il
Signore mi ha affidato e
per la quale prego.

giovedì 19 agosto 2010

I Figli

E una donna che reggeva un bambino al seno disse:
Parlaci dei Figli.
E lui disse: I vostri figli non sono figli vostri.
Sono figli e figlie della sete che la vita ha di sé stessa.
essi vengono attraverso di voi, ma non da voi,
...E benché vivano con voi non vi appartengono.
Potete donare loro amore ma non i vostri pensieri:
Essi hanno i loro pensieri.
Potete offrire rifugio ai loro corpi ma non alle loro anime:
Esse abitano la casa del domani,
che non vi sarà concesso visitare neppure in sogno.
Potete tentare di essere simili a loro,
ma non farli simili a voi:
La vita procede e non s'attarda sul passato.
Voi site gli archi da cui i figli, come frecce vive, sono scoccate in avanti.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e vi tende con forza affinché le sue frecce vadano rapide e lontane.
Affidatevi con gioia alla mano dell'Arciere;
Poiché come ama il volo della freccia così ama la fermezza dell'arco.
 
(Kahlil Gibran - tratto da "Il Profeta")

lunedì 16 agosto 2010

La differenza tra mamma e papà.

La differenza tra mamma e papà.
La differenza tra mamma e papà te la fanno capire i figli.

Luisa quando deve giocare e far chiasso cerca il papà ma
quando deve abbandonarsi al sonno lo fa tra le braccia della mamma.
 
Quando siamo tutti e tre a letto, Luisa si rilassa abbracciandosi alla
mamma e tiene rigorosamente i piedi piantati sulla faccia del papà!!!!

venerdì 6 agosto 2010

La cultura della pornografia e la pornografia della cultura


In internet dilaga il porno self-made-home. La notizia non è nuova, ma va inquadrata in un mosaico di comportamenti moderni che lascia perplessi, anche in considerazione di altri campanelli d'allarme che provengono dalla società e che non lasciano tranquilli: il riferimento è chiaramente agli omicidi passionali, lo stalking ed altre situazioni di violenza alle quali sono sottoposte perlopiù le donne.
Sono fenomeni collegati? Oppure collegarli è un'operazione da moralisti?
Il problema non è di per sé il fatto che qualcuno voglia per forza mostrare agli altri ciò che fa nella sua sfera intima, piuttosto da dove nasce questa cultura pornografica e dove porta.
Volenti o nolenti siamo costretti ad ammettere che, nell'epoca dei blog, degli iPod, delle pillolette abortive che risolvono ogni “problema”, la cultura porno non è recente, ma ha origini molto antiche: ne sono testimoni i numerosi autori dell'antichità che esaltavano il libertinaggio.
La stessa lingua greca indica come prostitute le pornai, il cui nome deriva dal porné che indica vendere, alienare. La vendita, l'alienazione, è relativa al proprio sesso, al proprio corpo. Questo il significato originario del sesso a pagamento, poi lo si può chiamare in tanti modi coloriti ma il succo non cambia.
Osserviamo però che si vende un oggetto, una prestazione lavorativa, non un corpo.
A meno di non voler considerare le persone come schiavi o peggio come oggetti.
E un oggetto o uno schiavo presuppongono sempre un padrone.
Però noi non facciamo sesso, non ci comportiamo da maschi o femmine.
Noi siamo maschi o femmine.
E il nostro essere non può avere padroni.
Il sesso è così intimamente legato alla persona e alla personalità che la possibilità di considerare il nostro corpo o il corpo dell'altro come un semplice oggetto appare una forte distorsione della realtà.
Quando la cronaca riporta i drammi della gelosia, non riporta altro che un'altra faccia della stessa medaglia: le stesse persone che considerano gli altri utili solo al soddisfacimento del proprio piacere (e che tutti giustificano col classico che male c'è?) reagiscono violentemente quando l'altra parte tronca la storia o quando, pur non essendoci alcuna storia, qualcuno pensa che l'altro sia in “dovere” di rispondere alle proprie attenzioni.
Reazione ovvia, un oggetto o uno schiavo non devono avere volontà: è un diritto del padrone disporre di loro. Non solo: è un diritto anche distruggerli se si ribellano: è la tentazione del potere sugli altri e sulle proprie vite.
Questo passaggio mentale non è, per fortuna, la norma, ma non è neanche frutto di una persona disturbata: questo è un passaggio che può accadere in ognuno di noi se ci lasciamo prendere dal libertinaggio più assoluto che non vede negli altri delle persone con dei sentimenti ma un mero oggetto: la nostra mente potrebbe cominciare a trattare le persone come oggetti, abbassando, di fatto, il senso di colpa per i soprusi commessi anzi giustificandoli.
In altre parole i drammi impropriamente definiti d'amore (più propriamente dovrebbero definirsi di egoismo o di superbia) possono capitare a chiunque, anche in persone sane mentalmente che però entrano nella spirale libertina perversa.
La pornografia della cultura è presente ovunque c'è questo passaggio nel considerare gli uomini oggetti: nei regimi totalitari, nel libertinaggio, nell'economia deviata che pensa solo all'arricchimento portando esseri umani alla fame, nelle guerre...: l'elenco è lungo.
Come evitare ciò? La repressione limita il fenomeno, ma non serve a tanto.
L'unica azione utile che conosca è riprendere i modelli educativi di dialogo, rispetto, condivisione, amore, sesso (perché no? Se diventa espressione di dono e condivisione è stupendo) e fornirli ai giovani perché qualsiasi cosa facciano nel proprio futuro, si ricordino sempre che sono a contatto con altre persone, non con numeri o oggetti.

lunedì 2 agosto 2010

La festa del perdono francescana


Ogni anno, il 2 agosto, ad Assisi, nella basilica di S. Maria degli Angeli, si festeggia la festa del perdono di S. Francesco.
E' una festa importante, innanzitutto perchè ci ricorda l'importanza, come uomini, di richiedere perdono perchè spesso viviamo senza aprirci all'amore di Dio e dei fratelli.
Ma è importante, in secondo luogo perché è una ... festa. E' la festa del Signore perchè le sue creature manifestano amore per il proprio Creatore. E' un po' come quando i genitori, dopo qualche marachella dei figlioletti, visto il pentimento di questi ultimi, li coccolano; come se dicessero: ok avete sbagliato, vi siete pentiti ma ricordate che la cosa più importante è che abbiate capito che vi amiamo.
Il nostro atteggiamento deve essere un po' come questi bambini, più che come quello di Adamo ed Eva che, avendola fatta grossa, si nascosero non avendo fiducia dell'amore di Dio.
I cristiani sanno che, pur peccando ed essendo limitati, hanno un Padre che li ama sempre e li aspetta a braccia aperte.
Sta a noi accettare quell'abbraccio!

giovedì 15 luglio 2010

Pipistrelli


Erano cinque anni o più che non vedevo tanti pipistrelli come stasera.
Il pipistrello è un volatile strano, non ha una tecnica elegante come può averla un cigno o potente come un predatore come i falchi o le aquile. Il volo del pipistrello è un po’ frenetico, caratterizzato da improvvise virate e riattacchi repentini, questa caratteristica fa sì che sia temuto dagli uomini che spesso, non fidandosi del radar naturale di queste simpatiche bestiole, temono di trovarseli in faccia.

Stasera avevo Luisa in braccio e i pipistrelli volavano ad altezza d’uomo.
Ho indicato i pipistrelli a Luisa: era la prima volta che li vedeva; ha visto, sì dei pettirossi, dei corvi e qualche altro uccello, ma i pipistrelli no.
Li guardava estasiata, non riusciva a seguirne bene tutte le acrobazie, anche perché si sovrapponevano molto velocemente, ma è rimasta a guardarli sorridendo.
All’inizio pensavo che potesse aver paura, ma, con mia somma sorpresa, ho notato che si è talmente divertita a vederseli intorno che ha allungato la mano come per prenderli.
Loro ovviamente non si sono avvicinati tanto.
Subito dopo il nostro incontro pensavo che basta così poco per rendere felice un bambino.
Poi ci ho ripensato: ma è davvero così poco l’incontro che abbiam fatto stasera, oppure è uno spettacolo che noi adulti riteniamo scontato ma che invece è straordinario?
Forse ha ragione Luisa a fermarsi per ammirare i pipistrelli!

sabato 10 luglio 2010

Il crocifisso va difeso per ciò che rappresenta.

 
Rappresenta l’amore senza limiti
che non si ferma innanzi all’odio,
al rancore, alla vendetta.
 
Rappresenta l’amore di chi accoglie
i poveri e i rifugiati e per questo fu
detto: “ero straniero e mi avete accolto”.

Rappresenta la misericordia di chi
non accusa il fratello ma lo ama e
lo sostiene nel pentimento, “ero in
carcere e siete venuti a trovarmi”.

Rappresenta chi opera e si prodiga
per sovvenire alle povertà umane:
“ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere”.

Rappresenta chi si interessa del
dolore altrui per confortare e
rendere viva la speranza: “ero
malato e mi avete visitato”.

L’amore, la misericordia, la
carità operosa, la solidarietà
sono state messe su quella croce,
rifiutate dal mondo e dagli uomini.

Ancora oggi, molti “potenti” credono di
difendere il crocifisso,
pur disprezzando e schiavizzando gli stranieri,
pur odiando chi ha diversità di credo o di razza,
pur ignorando il dolore dei fratelli,
pur vivendo nell’indifferenza e nell’egoismo,
pur accusando sempre gli altri,
pur credendo di poter decidere della vita di altri.

Così costoro difendono un simulacro senza valore.
Il crocifisso non ha bisogno di questa difesa.

Il crocifisso si difende solo se
siamo disposti a crocifiggere
le nostre ambiguità,
i nostri rancori,
la nostra indifferenza,
il nostro odio,
la nostra superbia,
la nostra paura di amare.

Il crocifisso si difende se nel nostro cuore
lasciamo posto al Dio di amore che da
duemila anni ci apre le braccia per
accogliere tutti gli uomini.

venerdì 18 giugno 2010

Nucleare sì o no?

Il nucleare in Italia.
Favorevoli, contrari, progresso, rischio, fonti rinnovabili, indipendenza energetica e così via.
In una nazione abituata al chiacchiericcio, al gossip e a sventolare le proprie idee senza averle preventivamente criticate, il nucleare è terreno di scontro per molti. Per chi ci crede, per chi non ci crede e per chi vuol sempicemente farsi sentire per acquisire popolarità.
Sorvoliamo sul discorso sicurezza e costi, per ora, e vediamo qual è l'effetivo problema energetico italiano.
I conti sono semplici, oseremmo dire quasi banali. Cerchiamo di capire i numeri e poi arriviamo alle conclusioni.
Consideriamo prima una foto della richiesta energetica del 2006, situazione più critica perchè l'idustria produceva di più, 4 anni fa; poi vedremo la situazione del 2008.
La richiesta media di energia dell'Italia nel 2006 è pari a 346000 GWh annue. Siamo poco sotto la media europea.

La distribuzione dei consumi non è, ovviamente, equamente ripartita a causa di differenze climatiche e produttive delle varie zone del paese. Anche la produzione non è ben distribuita.

La produzione, se ottimizzata con gli esuberi della Puglia potrebbe coprire un ulteriore 4% della richiesta.
Insomma, il deficit, in caso di ottimizzazione, resterebbe di circa 30-36000 Gwh annui (2006).

E' però interessante notare da quali fonti otteniamo energia.

L'importazione di energia è pari al 13% della domanda. Attenzione: l'importazione di energia elettrica non significa, come vedremo che le nostre importazioni energetiche sono solo del 13%! Significa che la forma di energia importata al 13% è elettrica. Ma della rimanente produzione (87% ) bisogna vedere da quali fonti è prodotta e se queste fonti sono presenti in Italia o sono acquistate.
Per più dei 2/3 della richiesta, Terna ci dice che la fonte è termica. Attenzione: termica non geotermica (la cui produzione è pari a circa il 7-8%). Che significa termica? Significa che si brucia qualcosa, ma cosa? L'elenco potrebbe essere il seguente:
- idrocarburi
- gas (metano, biogas, ecc.)
- altro (...)
Poichè l'Italia non ha giacimenti di idrocarburi e men che mai di gas naturale, ne deriva che gas e petrolio per l'utilizzo energetico sono acquistate all'estero, quindi vanno considerate come fonti importate (almeno al 70% ovvero per altri 200000 GWh).
Il deficit energetico italiano è dunque: circa 40000 GWh di energia elettrica + 200000 GWh di energia sotto forma di fonti energetiche da comprare.
Noi dipendiamo dall'estero per più del 75% del nostro fabbisogno! Cifre da profondo rosso per la bilancia dei pagamenti!!
Purtroppo questa è la realtà. Piaccia o no, questa è la realtà. L'indipendenza economica per ora, qualsiasi cosa si faccia, è lontana, almeno per i prossimi 40 anni. Però qualcosa bisogna cominciare a fare.
La ricerca di altre fonti energetiche è necessaria, come pure la ricerca di metodologie che garantiscano un effettivo risparmio energetico.
Le fonti possono essere varie, ma non tutte hanno gli stessi rendimenti.
Cominciamo con la più pubblicizzata dal governo. Il nucleare. Diamo per buono il 25% previsto dal governo. Siamo ancora lontani dall'indipendenza energetica, con investimenti molto costosi.
Per le fonti rinnovabili, la più pubblicizzata è, chissà perché, il fotoelettrico. Da dati dei produttori si evince che, per produrre 1 kWh di energia elettrica c'è bisogno di un pannello di circa 12 mq (e non consideriamo il resto dell'impianto). Se volessimo coprire il 25% del fabbisogno italiano di energia, come il nucleare, occorrerebbero 799000 kmq di territorio (l'Italia è estesa, isole comprese, circa 301000 kmq). Col solare, se va bene e se è ben fatto, si può pensare di coprire il 9-10% delle richieste. Nulla di più.
In questa situazione non è facile trovare il bandolo della matassa. Certamente è opportuno cercare uno sviluppo serio dell'energia solare che però non può essere legato, a causa delle solite lobby, al solo fotoelettrico. Il solare termico, costa di meno e rende di più. Il recupero energetico di una serpentina d'acqua riscaldata dal sole e collegata ad un serbatoio è di oltre il 70%, mentre quello fotoelettrico è meno del 20%. Inoltre il solare ha senso solo se è distribuito sul territorio, altrimenti non serve a nulla: le grandi centrali solari sono solo un buco nei conti, i piccoli impianti domestici, se diffusi, abbattono anche i costi della distribuzione.
Ancora non basta.
In questo contesto, con un solare più sviluppato, bisogna interrogarsi se è necessaria l'energia nucleare che potrebbe essere utilizzata per coprire il 10-12% del fabbisogno (e saremmo già alla metà dell'offerta prevista dal governo).
Su questa percentuale entrano in scena i cittadini.
Se non si vuol optare per il nucleare, allora la scelta è tirare fino all'osso sui risparmi e investire di tasca propria sul solare.
Ridurre i consumi di idrocarburi, anche per il trasporto (utilizzare le bici: un'idea, no?) potrebbe essere importante: si risparmia su fonti da poter utilizzare per le centrali.
Ridurre i consumi nelle case: un risparmio del solo 2% significa 1/5 di una centrale nucleare in meno, e così via.
Magari potrebbe essere sensato il discorso di costruire una sola centrale al posto di 5 e comunque sarebbe un netto miglioramento della bilancia dei pagamenti energetici. Si può fare senza il nucleare? Forse sì o forse no: però senza la comune presa di coscienza e la comune azione dei cittadini la scelta nucleare, anche associata alle fonti rinnovabili, diventa ineludibile, pena il disastro economico del paese.
Una cosa è certa: dall'emergenza energetica si esce con il contributo di tutti, altrimenti bisognerà accettare, senza storie, tutte le alternative per la produzione energetica, semplicemente perché non se ne potrà fare a meno.
Non è possibile comportarsi come bambini, rifiutare delle opzioni necessarie e poi voler sempre tutto senza sacrifici.
Sarà una sfida che gli italiani sapranno recepire? Da ciò che si vede in giro sono pessimista. Che dire? Speriamo che il vento cambi, cambi la mentalità secondo la quale "gli altri devono migliorare le cose e mi lascino in pace, perché, tanto, solo il mio contributo è piccolo".
Così non si va da nessuna parte, o meglio si va verso la rovina.

lunedì 7 giugno 2010

Vorremmo far capitare questo ai nostri figli?

(Immagini del fotografo indiano Raghu Rai, a Bhopal l'indomani dell'incidente)
La sicurezza degli impianti non è un optional o una voce di spesa: è un obbligo morale!
Anno 1982, nella nostra nazione abituata a non ricordare, quell'anno si vinceva il terzo mondiale. Ma in quell'anno, nel mondo accadeva di peggio.
In una fabbrica di pesticidi della Union Carbide, Bhopal, India, un'esplosione permise la fuoriuscita di sostanze tossiche.Da allora 20000 persone hanno perso la vita per gli effetti di quel che è il più grande disastro ambientale nella storia dell'umanità.
Di quel disastro non fu, come vorrebbe logica, incolpata l'azienda ma solo dei dipendenti addirittura a soli 2 anni di galera. Il CEO della UCC di quel periodo vive nel lusso a NY e gli americani non danno seguito a mandati di cattura del governo indiano (che commenti fare? 20000 indiani morti non valgono quando il CEO della UCC, a meno che non si ha paura di quel che W. Anderson possa dire in un processo).
Nonostante le carte processuali evidenziarono, non errori ma volute negligenze per la sicurezza, per risparmiare quattrini. Infatti un altro impianto UCC in USA molto simile fu adeguato a standard di sicurezza più elevati giusto qualche anno prima.
La Union Carbide si è sempre difesa dicendo che "qualcuno" aveva manomesso gli impianti con l'aggiunta di reagenti (acqua) nei serbatori ma questo fatto, anche se fosse vero, non limiterebbe la responsabilità della compagnia che tra i propri compiti di sicurezza (per i quali risponde in sede civile e penale) ha anche la sorveglianza degli impianti.
Nella storia sono molti gli impianti costruiti e gestiti con una colpevole superficialità che hanno prodotto disastri e vittime, a questi si associano anche i disastri dovuti a trasporti di idrocarburi e chimici. L'elenco è lungo, oltre la mattanza di Bhopal ci sono stati:
Chernobyl; Seveso; Exxon Valdez (Alaska); Love canal (rifiuti tossici della Hooker Chemical nello stato di NY); Piattafoma BP (recente) ... Chi vuole continuare ad acculturarsi trova ampi spunti su wikipedia.
A questo punto nasce una seria domanda: nessuno pensa di tornare al passato, ma la gestione della sicurezza (e della salubrità) degli impianti non può essere demandata alla buona volontà delle aziende, che hanno come obiettivo il profitto: occorrono controlli molto più stretti da parte della politica e dei cittadini. La politica non deve fare economia, la politica deve gestire la società e porre dei paletti per il bene di tutti, altrimenti si va verso il più totale disprezzo della vita asservita al denaro.

mercoledì 24 febbraio 2010

La (sempre) inutile guerra

Molte correnti “intellettuali” di inizio ‘900 esaltavano la guerra come evento nel quale i coraggiosi potevano diventare degli eroi e la guerra stessa era vista come una catarsi necessaria per far nascere una nuova generazione di uomini for...ti.
Molti di quelli che han scritto queste cose non sono mai stati su un campo di battaglia.
Ne’ ci hanno mandato i propri figli.
Ma tutti erano alla corte dei potenti dell’epoca.
Don Bosco, dopo la battaglia di Solferino ebbe a dire che la guerra è sempre un inutile macello, sarebbe il caso di dire: “parole sante, caro don!”
Bertrand Russell affermava, negli anni ‘50, che gli Stati Uniti, pur di rafforzare la propria influenza in zone di interesse, avrebbero senza molti problemi impostato nuove guerre per difendere i più sacri valori della democrazia.
Veniamo ad oggi.
Gli Stati Uniti sono impegnati, con molti alleati in due scenari molto critici: l’Iraq e l’Afghanistan. Definiti “interventi preventivi” e dunque non propriamente guerre, questi scenari si sono trasformati in raccapriccianti e sanguinose guerre di logorio.
Ma era proprio necessario intervenire? Questo non è possibile saperlo almeno per ora, ciò che sappiamo sono i seguenti fatti:
- per l’Iraq
1. Saddam è stato finanziato per decenni dagli americani perché combattesse l’odiato nemico iraniano;
2. gli americani hanno sostenuto il regime di Saddam pur sapendo bene degli eccidi di massa dei curdi;
3. Saddam non aveva armi di distruzione di massa e le prove fornite dalla Casa Bianca erano state fortemente criticate da Francia e Germania per la propria inconsistenza. Solo alla fine del mandato Bush, gli americani hanno ammesso che erano frottole;
4. La nuova “democrazia” in Iraq sa tanto di oligarchia imposta da un governo straniero.
5. Chi gestirà ora i pozzi di petrolio?
- per l’Afghanistan:
1. L’intervento è stata una vera e propria occupazione straniera: si argomentava che nel paese trovassero rifugio i miliziani di Al-Qaeda. Beh, è come dire abbattiamo il governo italiano perché sul proprio territorio c’è la mafia. Si è poi visto che molti grossi esponenti dell’associazione terroristica erano stanziati nell’alleato Pakistan, ma gli USA non hanno di certo rovesciato il governo.
2. Si osservi che lo stesso Bin Laden è stato per anni al soldo degli USA, prima di ampliare le proprie mire e ambizioni.

La domanda da porre è la seguente: è giusta la guerra o sarebbe più giusto realizzare delle politiche serie, non guerrafondaie, senza sovvenzionare dittatori e terroristi che poi ti si rivoltano contro?
Per anni sono arrivati nel medio oriente soldi e armi dall’occidente; ora dall’occidente si parla di “intervento preventivo” per difendere i diritti civili (sob) e la democrazia (magari qualcuno che ci crede c’è, ad esempio il nostro presidente del consiglio).

Per concludere, prima di dare una risposta se la guerra è giusta, guardatevi le immagini dei bimbi straziati dagli effetti della guerra nel loro paese, chiudete gli occhi ed immaginate intensamente che quei bambini siano i vostri figli, nipoti, fratelli o sorelle, cugini, immaginatene gli sguardi vivi ed il corpo morto: se proverete un brivido di orrore la risposta ve la siete già data!