giovedì 15 luglio 2010

Pipistrelli


Erano cinque anni o più che non vedevo tanti pipistrelli come stasera.
Il pipistrello è un volatile strano, non ha una tecnica elegante come può averla un cigno o potente come un predatore come i falchi o le aquile. Il volo del pipistrello è un po’ frenetico, caratterizzato da improvvise virate e riattacchi repentini, questa caratteristica fa sì che sia temuto dagli uomini che spesso, non fidandosi del radar naturale di queste simpatiche bestiole, temono di trovarseli in faccia.

Stasera avevo Luisa in braccio e i pipistrelli volavano ad altezza d’uomo.
Ho indicato i pipistrelli a Luisa: era la prima volta che li vedeva; ha visto, sì dei pettirossi, dei corvi e qualche altro uccello, ma i pipistrelli no.
Li guardava estasiata, non riusciva a seguirne bene tutte le acrobazie, anche perché si sovrapponevano molto velocemente, ma è rimasta a guardarli sorridendo.
All’inizio pensavo che potesse aver paura, ma, con mia somma sorpresa, ho notato che si è talmente divertita a vederseli intorno che ha allungato la mano come per prenderli.
Loro ovviamente non si sono avvicinati tanto.
Subito dopo il nostro incontro pensavo che basta così poco per rendere felice un bambino.
Poi ci ho ripensato: ma è davvero così poco l’incontro che abbiam fatto stasera, oppure è uno spettacolo che noi adulti riteniamo scontato ma che invece è straordinario?
Forse ha ragione Luisa a fermarsi per ammirare i pipistrelli!

sabato 10 luglio 2010

Il crocifisso va difeso per ciò che rappresenta.

 
Rappresenta l’amore senza limiti
che non si ferma innanzi all’odio,
al rancore, alla vendetta.
 
Rappresenta l’amore di chi accoglie
i poveri e i rifugiati e per questo fu
detto: “ero straniero e mi avete accolto”.

Rappresenta la misericordia di chi
non accusa il fratello ma lo ama e
lo sostiene nel pentimento, “ero in
carcere e siete venuti a trovarmi”.

Rappresenta chi opera e si prodiga
per sovvenire alle povertà umane:
“ho avuto fame e mi avete dato da
mangiare, ho avuto sete e mi avete
dato da bere”.

Rappresenta chi si interessa del
dolore altrui per confortare e
rendere viva la speranza: “ero
malato e mi avete visitato”.

L’amore, la misericordia, la
carità operosa, la solidarietà
sono state messe su quella croce,
rifiutate dal mondo e dagli uomini.

Ancora oggi, molti “potenti” credono di
difendere il crocifisso,
pur disprezzando e schiavizzando gli stranieri,
pur odiando chi ha diversità di credo o di razza,
pur ignorando il dolore dei fratelli,
pur vivendo nell’indifferenza e nell’egoismo,
pur accusando sempre gli altri,
pur credendo di poter decidere della vita di altri.

Così costoro difendono un simulacro senza valore.
Il crocifisso non ha bisogno di questa difesa.

Il crocifisso si difende solo se
siamo disposti a crocifiggere
le nostre ambiguità,
i nostri rancori,
la nostra indifferenza,
il nostro odio,
la nostra superbia,
la nostra paura di amare.

Il crocifisso si difende se nel nostro cuore
lasciamo posto al Dio di amore che da
duemila anni ci apre le braccia per
accogliere tutti gli uomini.