mercoledì 16 marzo 2011

150 anni

Sono 150 anni che lo stivale è una nazione,
d'accordo non è nata nel migliore dei modi,
è nata da un sacco al sud e dal
sangue dei "briganti".

E' cresciuta male:
due guerre mondiali, tanti morti,
la vergogna delle leggi razziali
sostenute dai nostri padri e nonni
con l'abominio delle deportazioni.

Si è strutturata peggio:
le lobby che minano la convivenza civile,
la tentazione di limitare la democrazia,
la mancanza di coscienza civica e morale,
le mafie e i veleni nelle nostre terre.

E' arrivata alla frutta,
con un governo di piazzisti e donnine,
lontano dalle esigenze dei cittadini,
intento solo ai giochi di potere, con
un paese allo sbando.

Allora ditemi voi che c'è da festeggiare?

Le istituzioni? Non credo.

La storia? Meglio coprire buona parte di essa.

La nostra generosità? Bah, lasciamo perdere.

Io direi che da festeggiare abbiamo
i tanti milioni di italiani che ogni giorno
lavorano con onestà, lottano con coraggio,
amano la propria terra con passione,
nonostante tutto.

Abbiamo da festeggiare i milioni di italiani
che non si sentono padani o borbonici,
che, nonostante le ingiustizie della storia
dicono: "beh, ormai siamo uniti, vediamo se
riusciamo a combinare qualcosa di buono".

Dobbiamo festeggiare ora e sempre tutti
coloro che partendo da una nazione senza
speranza, con il loro impegno e il loro
sacrificio la migliorano.

Il resto è retorica.

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