domenica 20 gennaio 2013

Addio, Monti, ...

Chi di noi non ricorda queste bellissime parole di manzoniana memoria, scolpite nel romanzo più letto dagli italiani (perché imposto a scuola)?
Parole, queste che rimbombano alla vigilia di una campagna elettorale nella quale speriamo di fare piazza pulita di cavalieri, professori, saltimbanchi e pagliacci vari che la seconda repubblica ha sfornato senza limitarsi nel gusto e nel decoro.
Il "professore" è evidentemente una nuova trovata dei partiti tradizionali per limitare l'onda d'urto della cosiddetta antipolitica.

Questi pagliacci e questi saltimbanchi sono guidati da un cavaliere che evidentemente spende molti soldi in sondaggi, e cosa dicono i sondaggi? Dicono che con questo trend il Movimento 5 Stelle da qui ad un anno avrebbe la maggiornaza dei voti degli italiani, che oramai sono tutti degli "antipolitici".
Ecco allora la soporifera quanto indecente farsa dello stesso cavaliere che attacca il professore e fa cadere il governo, con l'onnipresente inutile ed evanescente presenza del segretario del partito di sinistra, che non riesce a capire perché è lì.
In buona compagnia, il professore, dunque, per un'operazione politica che sa tanto di ennesima rettoscopia per gli elettori nonché cittadini italiani, con l'obiettivo prefissato di ridurre l'emorragia di voti da destra al movimento di Grillo, ecco che si spiegano alcune "posizioni" quali i limiti da imporre ai gay: è il tipo di elettorato a cui mira che impone questi Monti-pensieri.
Che Monti non sia nulla di nuovo nel panorama politico italiano è dimostrato dal suo curriculum e dal suo operato.
Fama da liberista, cresciuto negli stessi ambienti politici che hanno condotto l'Italia al tracollo, non ha fatto un solo atto, nel suo governo, che potesse dispiacere all'establishment.

Riguardo la crisi ci si aspettava, sì, un aumento delle tasse, ma anche un maggiore liberalizzazione dell'economia italiana, una forte limitazione dei monopoli di diverse aziende in modo da muovere l'imbalsamata economia nazionale, creare concorrenza e nuovi indotti. Nulla di tutto ciò, Monti si è limitato a dissanguaci e a proteggere le amiche banche dai venti di crisi, fa nulla che poi le banche non siano capaci a far ripartire l'economia.

La liberalizzazione dell'economia era attesa anche sul fronte lavoro, in relazione a possibili benefici effetti sull'occupazione, ovviamente gli italiani dovranno ancora aspettare (o meglio sperare nel miracolo). Su questo fronte, Monti non ha trovato nulla di meglio da fare che applicare una salda politica di riduzione e limitazione dei salari per tutti quasi tutti i cittadini, indovinate chi ne è escluso (vitalizi, stipendi da favola, pensioni d'oro ecc.)? Questi ultimi sono i "cittadini più uguali degli altri" per dirla con Orwell.

Dal punto di vista dell'ammodernamento degli apparati dello Stato, di leggi più restrittive per i disonesti e la radiazione degli stessi dai compiti pubblici, è semplicemente non pervenuto.

Ecco, allora perché votare Monti? Per evitare le escort varie e farsi prendere per i fondelli dallo stesso premier, riguardo la monotonia del posto fisso (perché lui non si è mai dimesso dal ruolo di docente universitario, notoriamente uno dei ruoli più monotoni e noiosi mai esistiti), o dal suo fighetto ministro, Martone, riguardo gli sfigatelli fuori corso? Non erano tanto diverse, queste parole dagli sbeffeggi della lega (i mitici bamboccioni, ricordate?).
Insomma non solo questa classe politica inetta, incapace, rapace e truffaldina sta depredando la nostra nazione, ma si prende anche il lusso di sbeffeggiare i cittadini che dovrebbe rappresentare.

In cosa differisce allora Monti dagli altri? Solo dall'immagine che da'. Null'altro.

Troppo poco per votarlo, ora che il paese è ad un bivio.

Troppo poco per sperare in lui: non cambierà nulla.

Allora, auguriamoci, insieme ad Alessandro Manzoni che Monti faccia fiasco e che noi possiamo salutarlo così, all'atto di consegna del mandato al nuovo governo: "Addio, Monti ..."

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