lunedì 14 novembre 2011

Generazione bruciata

L'etica del lavoro è l'etica degli schiavi, e il mondo moderno non ha bisogno di schiavi. 
(B. Russell)

Un nuovo Presidente del Consiglio, il prof. Mario Monti, dal curriculum eccelso, tenterà di salvare l'Italia. Il debito pubblico, si dice, è a livelli stratosferici. Vero. Non andando a scomodare letteratura rivoluzionaria o di sinistra, basta spulciare tra le carte della Banca d'Italia per capire che siamo un popolo che ha un tenore di vita molto oltre le proprie capacità produttive. Per capirci, ho estratto dei grafici da un bel lavoro sul debito storico italiano della stessa Banca d'Italia.
Il popolo italiano è sempre stato pieno di debiti!!!!
Paragoniamo il debito ai governi degli ultimi anni. Lo fa splendidamente il sito www.linkiesta.it :

Si vede come, all'arrivo dei "governi tecnici" il debito subisce, solitamente, un arresto.
Ma come fanno i "governi tecnici" a rimettere a posto le cifre del debito?

- prelievi "una tantum" sui depositi (Amato vi ricorda qualcosa? Correva l'anno 1992);

- rinuncia dei lavoratori alle rivalutazioni delle contribuzioni legate all'inflazione (chi si ricorda come finì il referendum sulla scala mobile del 1985?);
- limitare la crescita delle retribuzioni anche oltre i desiderata di Craxi (governi Amato e Ciampi).
Nel frattempo la classe politica continuava a macinare bustarelle, tangenti e bruciare parte del patrimonio nazionale che gli italiani stavano, con i sacrifici, ricostruendo.
Mani pulite del 1992 insieme ad una miriade di altre indagini spesso insabbiate dai politici nell'indifferenza generale sono solo il preludio di come i governi pensano si debba salvare la nazione. Insomma, parafrasando Orwell, i lavoratori italiani fanno la parte di Gondrano, mentre chi ci governa è decisamente Napoleon.
Poi, come accaduto per Amato e Ciampi si fa la morale ai cittadini sull'elevato tenore di vita, ma mai dagli scranni del parlamento si da' giustificazione sul perché in Italia abbiamo tante auto blu, perché vi sono ospedali mezzi costruiti e lasciati marcire, perché esistono delle bretelle autostradali che partono dal nulla e finiscono nel vuoto, perché non è interdetto, vita natural durante, il pubblico ufficio a corrotti e assenteisti, perché non si inseriscono due semplici leggine (basta davvero così poco) per ridurre drasticamente il livello di evasione, insomma perché la classe politica e dirigente (i maiali, nella metafora, ovviamente, di Orwell) nelle varie finanziarie non cede nemmeno un centesimo dei propri privilegi quasi nobiliari.

Ma il taglio delle spese pubbliche è solo il secondo passo per rimettere in moto l'Italia. Il primo passo è il più difficile.

L'introduzione dei contratti a termine, dei co.co.co., dei contratti a progetto ha di fatto reso una intera generazione di giovani schiava dei potenti.
Sono giovani che non possono accedere a mutui per la casa, non hanno i contributi pensionistici degli altri, non hanno la stabilità economica per crearsi una famiglia: alcuni di loro sono a contratto a progetto da 10 anni!
Questi giovani sono più facilmente ricattabili ed è più facile vessarli, non possono difendersi, sono soli. Adesso con la nuova proposta finanziaria si propone un inasprimento delle tasse, eventualemente una patrimoniale, ovviamente su risparmi già tassati magari di lavoratori a termine - ma le patrimoniali non vedono queste cose - , la reintroduzione dell'ici per la prima casa da considerare a tutti gli effetti un bene di lusso.
Stiamo espropriando questi giovani del bene maggiore che hanno: il proprio futuro. L'Italia sta creando una nuova classe di lavoratori-schiavi che dovrà sopportare tutte le misure restrittive delle varie crisi, i proventi del loro lavoro andranno ovviamente agli imprenditori "illuminati" ai quali dedicare le copertine del Corriere economia. Come capita sempre nella storia, si creano schiavi se ci sono degli schiavisti, i politici formalizzano con le leggine questo stato di fatto.
Il problema vero è che tutti gli esimi economisti italiani, politici e non, come anche molti ... "imprenditori" pensano di poter mandare avanti una nazione solo con i tagli salariali senza inserire nel sistema elementi quali innovazione, competitività, libero mercato: sì libero mercato.
Se oggi il PIL italiano è asfittico lo si deve alla presenza di troppi monopoli.
Il monopolio è un cancro per l'Italia.
Una azienda monopolista se ne frega della qualità del servizio o del prodotto, con buona pace della preparazione e della meritocrazia, d'altra parte una azienda monopolistica, che lavora male, cercherà sempre appalti pubblici lubrificando per bene le mani dei politici con mazzette.

Perché nessun governo della repubblica ha mai voluto un vero libero mercato?
Non conviene agli industriali, ci pensate? Mettersi la concorrenza in casa! Non conviene ai politici, meglio avere elettori facilmente ricattabili anche con le briciole.
Se non c'è libero mercato non c'è meritocrazia,
se non c'è libero mercato non ci sono servizi di eccellenza,
se non c'è libero mercato prima o poi ci saranno schiavi,
se non c'è libero mercato ci sarà sempre un eccessivo livello di corruzione,
se non c'è libero mercato non c'è innovazione,
se non c'è innovazione, il gap tecnologico prima o poi ci strangolerà e diverremo da terzo mondo, ci stiamo arrivando.
Fin quando un governo non porrà tra le misure urgenti il taglio dei privilegi e la volontà forte di eliminare monopoli, carrozzoni pubblici e di far nascere un mercato libero, allora il messaggio sarà sempre lo stesso: in Italia dobbiamo adeguarci ad un regime che di democratico ha poco e dobbiamo pagare le scorpacciate future a quelli, come si dice oggi, "della casta", che prosciugheranno la ricchezza del paese fin tanto che ne avrà, dopo magari convoleranno in paradisi fiscali a godersi la vita mentre i nostri figli vivranno sotto i ponti.
Con buona pace del futuro dei giovani e del futuro della nazione.

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