venerdì 20 gennaio 2012

Non ci interessano i cavoli di Schettino, vogliamo la verità!

Prometto: secondo e ultimo post sulla Concordia.
Partiamo dalla frase di Foschi: «Costa Crociere darà assistenza legale al comandante Schettino. Ma l'azienda ha il dovere anche di tutelare i suoi 24 mila dipendenti. Non possiamo negare un errore umano. Le procedure che sono state adottate - ha dichiarato Foschi - non hanno rispettato le rigide disposizioni documentate e di addestramento»
Foschi mente.
Come detto sul post di 2 giorni fa, Costa era a conoscenza degli inchini e li pubblicizzava, anche.
Ma la frase ha un aspetto quasi sibillino, la vogliamo tradurre per i non addetti ai lavori?
Una possibile traduzione è la seguente: ok, avete un colpevole ma non toccate la compagnia perché spediamo a casa 24000 persone. Insomma, Foschi già poco dopo l'incidente comincia a mandare messaggi perché si faccia pressione sui magistrati per limitare le indagini al capitano. E puntualmente ieri è cominciato il massacro mediatico del capitano.
E' cominciata la campagna mediatica di massacro di Schettino. Ovviamente capitanata da Bruno Vespa, un tizio sul quale ogni commento è inutile.
La distruzione mediatica di un uomo, ancorché colpevole di gravi delitti, come in questo caso, è sempre un'operazione vile e spesso è condotta per difendere altri interessi.
Mostrare che in plancia di comando si facessero festini vari significherebbe screditare sempre più non solo il comandante ma anche gli altri ufficiali.
La gogna mediatica la rispediamo al mittente. A Vespa di sicuro e a chi fa passare queste notizie costruite ad arte per evitare che al pubblico arrivino altre informazioni.
A noi non interessano le moldave, le bielorusse, le polacche o come il capitano faccia la pipì! A noi interessa:
1. sapere perché il comandante per un'ora non ha attivato nessuna procedura di emergenza con una nave che affondava;

2. sapere cosa si sono detti il comandante e il responsabile a terra della Costa e se quest'ultimo abbia dato ordini sul da farsi a Schettino;

3. sapere se la Costa era a conoscenza e nel caso perché non ha allertato i soccorsi;

4. sapere perché Palombo che pure capisce la gravità del fatto chiama Schettino, chiama la Costa ma non chiama la Capitaneria.

Tutte queste cose le vogliamo sapere non per processare qualcuno o per fare audience, ma per capire se è effettivamente un affare acquistare un biglietto della Costa oppure è un rischio perché in azienda pensano ad altro mentre sei in difficoltà su una loro nave.
Il resto è aria fritta, buona solo per macellare il capro espiatorio e per coprire altre responsabilità.
Precisiamo che non vogliamo affossare Costa Crociere, semplicemente capire se vi sono altre responsabilità non ancora note tra i dirigenti per poter punire i colpevoli, qualsiasi fosse il loro ruolo, anche l'amministratore delegato, se necessario!

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