venerdì 8 marzo 2013

Nucleare e alimentazione: ripensare i controlli

E' da un po' che cerco dati sugli effetti degli incidenti nucleari nel ciclo alimentare. Il fatto è che molte agenzie sanitarie nazionali forniscono dati contrastanti sui rilievi di elementi radioattivi negli alimenti, ultimo il mimistero della sanità giapponese che parla di radioattività "dispersa" nel mare a seguito di Fukushima.
In un blog del 14 settembre 2011 ponevo il problema della contaminazione del ciclo alimentare.
La domanda era banale: come è possibile che si ammettano dei livelli di radioattività elevati sul suolo e nel mare e non si trovino invece tracce di radioattività negli animali, a parte quelli entro 10 km dalle centrali?
Devo dire che le ricerche su internet sono durate più di un anno, ma mi sono letteralmente sconfortato dai dati poco attendibili delle agenzie governative.
L'unica voce un po' fuori dal coro rassicurante delle agenzie governative era il Sivemp (sindacato veterinari) che in un articolo del 2010 riportava alla ribalta il problema della rilevazione nei cinghiali di elevati valori di radioattività, ma la notizia non era riferita neppure al caso italiano ma ad analisi che avevano eseguito in Germania. Ovviamente qualche anno fa tale notizia non è stata divulgata, anche per l'avvicinarsi del referendum. Ma di dati non se ne trovavano.
Adesso il Corriere e il Fatto Quotidiano riportano i risultati di analisi svolte sulla selvaggina in uno screening agli animali a causa di altre patologie, i risultati sono stati sconcertanti.
I livelli di radionuclidi sono elevati, come logica vuole: la radioattività resta nel ciclo alimentare per anni, come ebbi modo di scrivere nel 2011, inoltre ripetere il consumo di alimenti contaminati mette a rischio la nostra stessa vita a causa di insorgenza di malattie tumorali.
E, a causa dell'esportazione degli alimenti, ci si potrebbe contaminare a causa di Fukushima o Chernobyl anche se si vive in Africa, basta acquistare dei costosi cinghiali selvaggi uccisi in Piemonte.
Come si può capire la questione è davvero complicata e per questo è opportuno che si comincino a campionare seriamente gli alimenti: capire come la radioattività interferisce con il ciclo alimentare può esserci d'aiuto per prevenire letali effetti sulla nostra salute.

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