venerdì 22 aprile 2011

La tattica di Berlusconi contro i referendum

Si fa fatica a credere che Berlusconi sia diventato un fan accanito dell'acqua come bene pubblico.
Si fa fatica a credere che il governo, di sua spontanea volontà decida di sciogliere società miste pubblico-privato per la gestione dell'acqua, galline dalle uova d'oro da sfruttare senza fine. 
Neanche è pensabile che la notizia che fornisce l'organo di stampa ufficiale del PDL, il "Corriere della Sera", sia vera.
Oggi il "Corriere" online titola: "In bilico anche il referendum sull'acqua" facendo credere che il governo stia per abrogare tutte le leggi riguardo la privatizzazione.
Nulla di più falso!
Il governo sa bene che non è con un proclama che si annulla un referendum e che la Cassazione non lo bloccherà mai, inoltre non mi pare si stia dando da fare per sciogliere le SpA che negli ambiti ATO gestiscono già l'acqua (come a Latina e provincia).
Allora perché questi proclami prima sul nucleare (a proposito leggetevi questo bellissimo post sul "ripensamento" nucleare di bortocal, un blog da seguire) e poi sull'acqua?
La risposta ci viene dal "profilo" e dalla forma mentale di Berlusconi.
Berlusconi è un uomo di spettacolo e di televisione. Sa bene che con notizie false e fuorvianti non ingannerà di certo le persone preparate ma gli incerti e i meno preparati cadranno nella trappola.
Se su tutti i media si fa passare la notizia che il governo ormai sta per abrogare le leggi oggetto dei questi referendari, c'è da scommettere che la massa di persone che hanno come unica fonte di informazione la tv, penseranno che effettivamente sarà inutile andare a votare.
Come molti di questi spettatori hanno creduto, e credono ancora, che effettivamente a l'Aquila è stato tutto ricostruito e i fannulloni vogliono stare in albergo.
Dal giorno dopo i referendum poi la musica cambierà.
La guerra qui è dunque di tipo mediatico, non si discute sulla bontà dei referendum ma si giocano tutte le carte per ingannare gli elettori e indurli a non votare.

Di fronte a questa vera e propria guerra di comunicazione, tutti coloro che credono e sostengono i referendum devono combattere facendo informazione.
Contro i megafoni della tv e della stampa che urlano, bisogna lavorare come le formiche: ognuno con le persone vicine, soprattutto coloro che non hanno altre possibilità di informarsi. Andarci a parlare, chiarire che i referendum sono utili per se stessi, i propri figli, i nipoti. 
Informare sempre e comunque. Non fermarsi, ne va della qualità della vita nostra e dei nostri cari.
I referendum, questi referendum sono l'occasione per capire se in Italia siamo ancora capaci di far veicolare a tutti un'idea non appoggiata dai governanti o siamo solo un popolo teledipendente al quale si può raccontare qualsiasi frottola si voglia!
Quest'ultima è la vera sfida. Se si vince il referendum, chi ci governa avrà un primo segnale che non bastano più i massmedia a rabbonire gli italiani, e dovrà cominciare a confrontarsi sui contenuti e non sui proclami e gli uomini-immagine!!!

1 commento:

  1. sono perfettamente d'accordo con te, ovviamente.

    il problema, a questo punto, è capire perché mai perfino la stampa fintamente antiberlusconiana si accoda, e non mancano autentiche idiozie dal punto di vista legale perfino qua e là dai promotori dei referendum.

    ma in che mani siamo?

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Grazie del commento!!!!!