lunedì 4 aprile 2011

Nature scopre che un reattore atomico non è il motore di una moto!

In un intervento su Nature del 23 marzo, Charles Ferguson riporta le lodi dell'energia nucleare nonostante Fukushima. 
Ovviamente, da buon azzeccagarbugli, conviene che bisogna elevare lo standard di sicurezza delle centrali senza indicarne però il modo.
Dopo una lunga e amena disquisizione sulla necessità dell'energia atomica per i bilanci energetici globali, posizione classica dei pronuclearisti, si lancia in una analisi per alcuni aspetti controversa.
Innanzitutto afferma che Fukushima e altri impianti nel mondo alla data odierna dovevano essere già chiusi.
Vero.
Ma sarebbe cambiato qualcosa se al posto di quella centrale ci fosse stata una centrale più moderna? La risposta è no, per almeno due motivi: primo la centrale più moderna sarebbe stata costruita comunque con dei criteri progettuali relativi ad un terremoto pari a 7.5 richter + maremoto di livello inferiore rispetto a quello che si è verificato; in secondo luogo, anche in una nuova centrale la reazione comunque non si sarebbe arrestata immediatamente. 
Infatti il problema principale per la sicurezza di una centrale nucleare è dato proprio dal fatto che, pur innestando le barre di controllo, la reazione non si arresta completamente e soprattutto ha ancora un'energia sufficiente a far fondere il nocciolo, qualora non si raffreddasse. Il problema sicurezza va a carico dell'impianto di raffreddamento che deve lavorare in condizioni critiche finchè non si esaurisce la reazione (e spesso ci vuole molto tempo). Questo è il motivo per il quale non si può pensare che in caso di problemi seri alla centrale basti girare la chiave e si spegne il reattore, come si fa con una moto.
Ma questo Ferguson non lo dice.
Poi Ferguson si lancia nelle lodi delle nuove centrali. Chissà perché le nuove centrali per i nuclearisti sono sempre più sicure delle vecchie.
Negli anni '70 (Fukushima è di quegli anni) si diceva che le nuove centrali erano sicure, non come quelle degli anni '60. 
Stessa cosa negli anni '90. 
Stessa cosa oggi.
Eppure gli incidenti continuano.
Ferguson poi afferma una cosa strabiliante: le nuove centrali annullano o riducono al lumicino i rischi, perché hanno dei sistemi di sicurezza passivi che non richiedono l'intervento di tecnici per attivare sistemi di emergenza o energia per raffreddare il nocciolo.
Eccezionale: e quali sono questi sistemi? Ferguson, tanto per cambiare, non lo scrive.
Si ricordi che tutte le centrali atomiche hanno già dei sistemi di sicurezza passivi, quali il sistema di inserimento delle barre di controllo: tale sistema però non esclude che ci sia un incidente in un'altra parte dell'impianto. Ecco perché Ferguson deve spiegare bene, magari con degli schemi, a cosa si riferisce, altrimenti il sospetto è che stiamo leggendo un messaggio pubblicitario.
Nella sua entusiasmante cavalcata si augura, guarda caso, che vengano spente le vecchie centrali per costruirne di nuove belle e perfette.
Eppure ciò che lascia sconcertati è un articolo dello speciale su Fukushima di Nature del 1° aprile, nel quale un'altro esimio scienziato


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